Quartiere Gracia a Barcellona: un paese dentro la città
“Alla scoperta del quartiere Gracia a Barcellona, tra viuzze e piazzette, attività storiche e negozi bio, centri culturali e locali per la sera.
Passeggiare per Vila de Gràcia un giovedì qualsiasi di ottobre è un’esperienza diversa per chiunque abbia avuto modo di conoscere questo quartiere di Barcellona solo durante i suoi momenti di massima attività e movida, i giorni agostani de las fiestas de Grácia.
Arrivo nel quartiere con la metro gialla, fermata Joanic, e subito mi ritrovo nella piazza omonima, dove molti bambini si stanno divertendo su scivoli e altalene. Imbocco Carrer de Ramon y Cajal e mi addentro nel cuore del barrio (quartiere, ndr.) in un avvicendarsi di pareti colorate e piccole porte di legno.
Gràcia è una delle zone di Barcellona con la più intensa vita sociale e politica, numerosi centri culturali e ricreativi e un alternarsi grazioso di negozi storici e altri ben più hipster e giovani. In questa mattinata di ottobre si respira aria di mercato, faccende domestiche e oziose passeggiate in piazza, una delle tante che costellano il quartiere.
### Il passato artigianale
Le poche fermate di metro che dal centro storico mi portano a Gràcia, sembrano allontanarmi di km dall’andirivieni indaffarato di cittadini e turisti che affollano Plaza Catalunya e le Ramblas. Gràcia è un paese dentro la città, in passato a lungo separato dalla Ciutat Comtal (soprannome catalano di Barcellona, ndr.). Il grande sviluppo urbano e industriale dell’inizio del XIX secolo vide la comunità di Gràcia allargarsi e ospitare un nutrito gruppo di famiglie operaie, cosa che si tradusse nella nascita di un importante attivismo sociale e operaio.
La struttura urbanistica del quartiere è stata pensata intorno al concetto di piazza: ogni conglomerato di strade affluisce a una piazza rettangolare, di modo che la ragnatela di palazzi non si faccia mai opprimente e che sia facile trovare – per caso – un’area pedonale in cui soffermarsi e riposare.
Nello stesso periodo in cui gli architetti urbanisti progettavano questo dedalo di viuzze, si espandeva l’attività artigianale di Gràcia, che si convertì in un importante centro di produzione tessile. Per le strade, dove ora sfilano negozi biologici e ristoranti di cucina etnica,in passato risuonavano il ticchettio dei telai e le voci operaie del quartiere.
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La Sedeta, che si trova nel confine orientale del quartiere (Camp d’en Grassot e Gràcia Nova), ha dato da vivere a molte famiglie del barrio di Gràcia. La fabbrica chiuse i battenti nel 1975, ma la sua storia non si ferma qui. <
Il fermento di attività artigianali e operaie contribuì anche alla crescita dell’associazionismo politico e civico: ancora oggi i messaggi di lotta politica e sociale rimangono impressi per le vie del quartiere e nelle sue piazze. La Pepa ci saluta perché è ora di un cafe con leche prima di tornare a casa: la vedo litigare con il suo carrello mentre cerca il portamonete e poi sparire in uno dei bar della Plaça de la Revolució de Septembre 1868. Il nome rivoluzionario della piazza ricorda il momento della cosiddetta Gloriosa, il sollevamento popolare che condusse alla detronizzazione della regina Isabella II. Oggi, questa è una delle piazze marcate dai messaggi del movimento indipendentista catalano.
### Le piazze di Gràcia e las fiestas
La Plaça de la Revolució è solo uno degli esempi di come, ai giorni nostri, il barrio di Gràcia ruoti intorno alla cultura delle piazze e delle terrazas, dove il rito del sorseggiare una caña (una birra, ndr.) o un cafe con leche all’aria aperta è un vero e proprio modus vivendi. Pur passando di qui in un giorno feriale, noterete come i tavolini all’aperto siano popolati da molte persone che si godono il tiepido sole autunnale.
Se cercate una piazza in cui rilassarvi, una volta nel cuore nevralgico del quartiere, avrete solo l’imbarazzo della scelta. Iniziate con la Plaça del Diamant, riconoscibile per la presenza de La Colometa, la statua in bronzo che rappresenta la protagonista dell’omonima novella catalana “La plaza del Diamante” di Mercè Rodoreda.
Spostatevi poi alla Plaça de la Virreina, secondo l’opinione di molti abitanti del quartiere la piazza in cui è più forte la sensazione di trovarsi in un pueblo: sarà per la presenza della chiesa di Sant Juan e delle casette basse che la circondano, costruite per accogliere le famiglie operaie.
Se invece volete vivere appieno la movida di Gràcia, la piazza per voi è Plaça del Sol, in cui non vi sentirete mai soli, né di il giorno né di notte, già che i bar della piazza attirano continuamente persone in cerca di fiesta e musica. Centro focale delle manifestazioni tradizionali del quartiere è di solito la Plaça de Rius i Taulet, sede del consiglio municipale e presidiata dal suo Big Bang, la torre dell’orologio che risuona nelle occasioni più speciali.
Non tutti gli abitanti del quartiere sono contenti della fama festaiola del loro barrio. Josep ci tiene a dirmi la sua a riguardo: si è avvicinato con le mani dietro la schiena, cautamente, ma incuriosito forse dalla mia macchina fotografica. Quando viene a sapere che stiamo raccogliendo informazioni per raccontare il barrio di Gràcia ci dice che lui abita qui da sempre:
<< Sono un graciense da tutta la vita. Amo il mio quartiere, ma ho visto tanti cambiamenti in questi anni. C’è molto rumore, i bar rimangono aperti fino a tardi e noi vicini un po’ più anziani a volte ne risentiamo>>. Per non parlare poi de las fiestas. <
### Il barrio hipster e la sua trasformazione nel tempo
Che il barrio sia cambiato in questi anni non è difficile immaginarlo: è un po’ la storia di tutte le grandi città e Barcellona, in questo, non fa assolutamente eccezione. La gentrificazione ha colorato di nuove sfumature la vita del quartiere e la multiculturalità si nota ad ogni passo.
Il vecchio panificio che sforna pane e brioches salate da decenni, resiste come se nulla fosse nel mezzo di un pullulare di negozi bio e di interior design. Il contrasto esiste ma non disturba: Gràcia sa essere hipster e moderna, ma poi ti regala un negozio di legumi secchi all’angolo che mantiene gli stessi infissi degli anni ’70.
Da poco per esempio ha chiuso i battenti una delle istituzioni del barrio, Álvarez, il barbiere di calle La Perla: proprio qualche giorno prima del mio passaggio per Grácia, una festa ha suggellato la fine di quarant’anni di onorato servizio di questo professionista originario della regione del Bierzo, nel nord ovest della Spagna. In onore di Álvarez hanno brindato clienti e vicini di casa, organizzando una grande festa per strada a cui sono stati invitati anche alcuni zampognari – omaggio alle origini galiziane dell’anziano barbiere. Esistono ancora realtà così a Grácia, personaggi conosciuti da tutto il vicinato la cui pensione viene festeggiata come fosse un evento epocale.
E mentre uno storico barbiere va in pensione, la gente del barrio si è abituata a fare la spesa anche nei numerosi negozi di alimentazione bio o di cereali sfusi, come Granel, che altro non è che una rivisitazione moderna delle antiche botteghe di quartiere.
Tra una tapa pomeridiana e un via vai di gente che fa shopping, percorro il crocevia commerciale che si dipana fra calle Astúries, Travessera de Gr**à**cia, Torrent de l’Olla e calle Verdi. Fra queste, una quantità innumerevole di stradine lastricate cui si affacciano balconi inneggianti all’indipendenza e vetrine autunnali di indumenti alternativi e di fattura artigianale, con un tocco tipicamente graciense: se volete uscire dal mainstream dello shopping multinazionale del centro di Barcellona, questo è il vostro paradiso.
Non plus ultra del concetto di bello, solidale e alternativo, è ad esempio il negozio di Olokuti in calle Astúries: dalla decorazione per la casa, ai libri, ai prodotti di bellezza, in questa signorile villa adibita al tempio dell’equo solidale si trova di tutto.
Se poi siete lettori appassionati, rimarrete incantati dalla quantità di librerie particolari che si trovano disseminate per il quartiere. Ne sono un esempio la Guía di Travessera de Gràcia, specializzata in viaggi, la Aeroteca dedicata al mondo dell’aviazione e in cui potrete anche fare un’esperienza di simulazione di volo di un Boing 737, l’Hibernian Books di calle Montseny per chi cerca letteratura in lingua originale e – dulcis in fundo – la Libreria Le Nuvole (www.libreriaitalianalenuvole.com), di carrer St. Lluís, unica libreria italiana della città e punto di incontro per moltissime attività culturali legate alla nostra madrepatria.
Da quattro anni a questa parte Cecilia, la fondatrice, ha deciso di puntare sulla letteratura e il cinema per creare un punto di incontro non solo per gli amanti della nostra cultura, ma anche per la comunità italiana a Barcellona. Vale la pena consultare il calendario delle attività della Libreria Le Nuvole per scoprire quando uno dei vostri autori italiani preferiti verrà qui a presentare il suo ultimo libro, oppure per unirvi ai gruppi di discussione del “Salotto Letterario”.
Se in mezzo a tanta cultura vi è venuta fame, la scelta è amplissima: dalla cucina tipica catalana della Taverna El Glop di carrer St. Lluís, a quella del Sud Est asiatico del Gado Gado in carrer de l’Or, o alle numerose opzioni di cucina messicana fra cui la Cantina Machito e il Chido One tra carrer Verdi e Torrijos.
E mentre mi incammino verso la metro Fontana, estremo occidentale del barrio che chiude idealmente il mio percorso, mi trovo per caso di fronte alla meravigliosa Casa Vicens, prima opera modernista di Gaudí e decorata con delicati azulejos, che si staglia imperiosa in carrer de les Carolines.
Un’altra prova incontestabile della perfetta integrazione fra storia e innovazione che il quartiere di Gràcia riesce ancora a regalare.
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#### Photo Credit
Tutte le foto sono state scattate dall’autrice dell’articolo, Alice Orru
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