20 luoghi abbandonati in Italia da non perdere
“Paesi fantasma, fabbriche abbandonate, locali notturni i cui fasti passati vengono sbriciolati dall’azione del tempo. I luoghi abbandonati esercitano sempre un fascino decadente, tanto da essere una meta ricercata da coloro che vengono definiti urban explorers. In italia abbiamo parecchi luoghi fantasma, ecco i nostri venti preferiti da visitare.
### 1. Consonno (Olginate – LC)
Nato dal sogno folle e visionario del Conte Bagno, il progetto Consonno ha trasformato negli anni ’60 una tranquilla frazione di provincia in una città dei balocchi. Appollaiato su una collina con vista sul lago di Lecco, Consonno è un improbabile insieme di edifici che comprendono quello che una volta era il bazaar con tanto di minareto, e un giardino giapponese. Nonostante l’impegno del Comune e di alcuni volontari gli eredi del Conte stanno lasciando Consonno in balìa di vandalismi e intemperie ma ogni weekend l’associazione Amici di Consonno apre il bar e anima la località con interessanti iniziative, un’occasione perfetta per una gita fuori porta.Armatevi di macchina fotografica e partite per Consonno, un mix unico di architettura creativa, decadenza e street art.
Foto di travellikealocal.org
### 2. Abbazia di San Galgano (Chiusdino – SI)
A meno di un’ora di macchina da Siena, attraversando le campagne senesi e la val di Merse, si trova questa imponente cattedrale in rovina. Costruita nel XIII secolo ha vissuto diversi secoli nell’abbandono, per arrivare ai giorni nostri senza tetto. Quella che può essere stata una sua fortuna l’ha resa in realtà un monumento unico che attira numerosi visitatori, entrare in questa abbazia a cielo aperto è infatti un’esperienza che lascia allibiti per l’imponenza dell’edificio. Adiacente all’Abbazia di San Galgano c’è la rotonda di Montesiepi, dove potete ammirare la Spada nella Roccia. La storia narra che il santo, ritiratosi lì a vita eremitica, abbia infilato la spada nella roccia come simbolo di pace.
### 3. Il Mostro di Casalecchio (Casalecchio sul Reno – BO)
Il nome di questo edificio fantasma è tutto un programma ma facilmente spiegabile dal suo aspetto: un enorme parallelepipedo di cemento di otto piani e lungo più di cento metri. Il progetto iniziale, sulla fine degli anni ’50 era di una struttura che ospitasse ragazzi poveri e li avviasse a una professione. Però qualcosa andò storto e l’edificio entro in un ciclo di passaggi di mano e di programmi di qualificazione che non si concretizzarono mai. Dopo anni di degrado, graffiti e street art è diventato un luogo di esplorazione urbana per eccellenza: sfondo di set fotografici e punto di osservazione panoramico.
### 4. Vallone dei Mulini (Sorrento – NA)
La peculiarità di questo luogo abbandonato è la sua posizione: non in aperta campagna o in qualche zona industriale dismessa ma in centro città. Diciamo davvero: questa valle di origine vulcanica si apre nel cuore di Sorrento, a cento metri dalla centralissima piazza Tasso e a cinque minuti a piedi dal lungomare. Anticamente il fulcro della vita a Sorrento, con il suo mulino, la segheria alimentata ad acqua e un lavatoio pubblico, il vallone è stato abbandonato agli inizi del Novecento ed è interessante notare come la natura, in un secolo, si sia riappropriata di questi spazi.
Mentnafunangann / CC BY-SA (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0)
### 5. Castello di Sammezzano (Leccio – FI)
Se finora abbiamo visto luoghi abbandonati e in rovina qui facciamo un brusco cambio di direzione. Il Castello di Sammezzano è sì abbandonato, ma in perfetto stato di conservazione e i suoi magnifici interni hanno ben poco da invidiare ai più celebrati palazzi che vivono di turismo. Dobbiamo ringraziare il nobile Ferdinando Panciatichi Ximenes d’Aragona, che acquistò il castello dai Medici e lo trasformò nell’opera d’arte che vediamo ora, ma anche il Ministero della Pubblica Istruzione che lo sottrasse alla trasformazione in un ristorante e hotel rendendolo sito di interesse artistico. Inspiegabilmente è passato quasi inosservato per decenni ma di recente, anche grazie ad Instagram, dove i suoi coloratissimi interni in stile moresco spopolano, il Castello di Sammezzano sta raggiungendo la fama che merita.
I, Sailko / CC BY-SA (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0)
### 6. Ex Aeronautica Caproni (Predappio – FC)
Lo Stabilimento Aeronautico “Caproni” nasce negli anni ’30 per rispondere a una forte richiesta di lavoro nella zona e parte con la produzione di aerei. Lo stabilimento vide una costante espansione, con la costruzione di nuove aree, hangar e capannoni, fino alla seconda guerra mondiale, che segnò l’inizio del suo declino anche perché la sua produzione non fu mai rilevante. Ora questo enorme complesso rimane a testimonianza dei livelli raggiunti dall’architettura e dall’ingegneria dell’epoca, sebbene quasi completamente in rovina. Restano in utilizzo solo i due tunnel in cemento armato, prima per la coltivazione di funghi edibili e successivamente come laboratorio per lo studio dei fenomeni di aerodinamica e fluidodinamica.
### 7. Ca’ Scapini (Compiano – PR)
Case Scapini è una frazione – abbandonata da più di quarant’anni – di Bardi, un paesino sugli Appennini in provincia di Parma. Un vero e proprio paese fantasma immerso nella boscaglia, tra i cui ruderi si possono ancora vedere i segni di quella vita passata: un tavolo con le sedie, vecchi attrezzi agricoli, brandelli di drappi e tendaggi. Si sa poco della storia di questo gruppo di case, e questo vuoto storico ha lasciato spazio a leggende e racconti inquietanti. La scomparsa degli abitanti, molto probabilmente attribuita al boom economico che ha spinto in quegli anni molti contadini verso le città, è stata attribuita a streghe e a episodi truculenti, tanto che c’è chi dice che qui si possono sentire ancora le voci di quelle vittime.
### 8. Ex Ospedale Sanatorio Luzzi (Sesto Fiorentino – FI)
Nato a cavallo tra l’Ottocento e il NOvecento l’ex-sanatorio Luzzi è un enorme complesso di edifici eterogenei, tra i quali spiccano il fabbricato di servizio, la cappella e una villa in stile “liberty eclettico” e una villa che si presenta in forma di castello medievale. Per questa ragione l’ex-ospedale è spesso conosciuto come Castello Luzzi. È uno degli esempi più interessanti di architettura ospedaliera del XX secolo, un fascino che non è stato minato dal suo degrado ma che anzi ha acquisito una peculiarità che lo rende molto amato tra gli appassionati di luoghi abbandonati.
### 9.Ex Ospedale Banti (Vaglia – FI)
Una visita al Luzzi vale doppio perché, a poca distanza lungo una via di campagna, potete trovare un altro ospedale: il Banti. Anche qui si tratta di un gigante, costruito in epoca più recente del suo vicino, nasce infatti nel 1939, ma chiuso anch’esso nel 1989. Da allora l’ex-ospedale Banti è un luogo fantasma, abbandonato al degrado tra l’azione della natura e alcune occupazioni. Rimane però un posto affascinante, pieno di graffiti che creano un contrasto cromatico con il grigio del cemento e il verde che si sta reimpossessando degli edifici. Entrare in questi luoghi può essere pericoloso per l’instabilità delle strutture ma si può percorrere il recinto per avere un’ottima visuale su questo incredibile posto.
### 10. Aquaria Park (Cervia – RA)
L’Aquaria Park è esattamente quello che vi potete immaginare dal nome: Un parco acquatico. O meglio, lo era, perché infatti ora giace abbandonato nei pressi di Cervia.La sua peculiarità, rispetto a tutti i luoghi abbandonati descritti finora, è la sua modernità: fu costruito nel 1992 e chiuso nel 2004, dopo alcuni anni di aperture incentrate principalmente attorno alla sua discoteca all’aperto. Nell’ambito di questi tentativi di rilancio furono girate anche le ultime due edizioni di “Bellezze al bagno”, ma non fu abbastanza. Oggi è ancora facile immaginare i suoi giorni di attività, aggirandosi tra gli scivoli e le attrazioni abbandonate, il che crea un poetico effetto di malinconia ai visitatori che si recano in visita. C’è anche un’associazione culturale, i Luoghi dell’Abbandono, che organizza tour guidati.
### 11. Discoteca Woodpecker (Cervia – RA)
Se siete già nei pressi di Cervia per l’Aquaria Park e subite il fascino dei luoghi abbandonati di recente dovete assolutamente fare un salto alla discoteca Woodpecker, un club fantasma nei sobborghi di Milano Marittima. Il Woodpecker nasce nel ’66 da un’idea strampalata dell’architetto incaricato dei lavori, dalla quale parte un disegno futuristico che lo fa sembrare moderno anche oggi, dopo quarant’anni di abbandono e degrado. La caratteristica più notevole è una cupola in vetroresina con archi semiaperti, una specie di struttura aliena che contiene al suo interno degli enormi graffiti dell’artista Blu.
Foto da www.atlasobscura.com
### 12. Discoteca Excalibur (Massa e Cozzile – PT)
Gli anni ’90 erano gli anni d’oro delle discoteche: la musica elettronica e i rave del decennio precedente hanno creato un interesse per questo genere di locali che ha avuto in Italia uno sviluppo particolarmente fulgido e creativo. L’ispirazione medievale per questo locale non si è fermata al nome: tutto di questa discoteca abbandonata è un richiamo al medioevo, dalla sua struttura a forma di castello – con tanto di ponte levatoio! – ai dipinti che riproducono le rappresentazioni di battaglie e stemmi che possiamo trovare negli affreschi. Aperta nel 1993 e chiusa definitivamente 2005 si trova in uno stato di abbandono ancora parziale, ed è decisamente uno dei più curiosi luoghi abbandonati in Italia
### 13. Discoteca Ultimo Impero (Airasca – TO)
Chiudiamo la nostra trilogia sulle discoteche con Ultimo Impero, un edificio che sorge sulla vecchia statale del Sestriere in mezzo a capannoni e campi, che negli anni ’90 era la discoteca più grande d’Europa. È da qui infatti che partirono le tendenze principali del decennio in fatto di musica disco e di estetica del pubblico. C’era Gigi D’Agostino in esordio alla consolle e in un sabato sera si arrivava anche a 10000 ingressi. Ma la gloria è durata poco, travolta da guai finanziari e legali, e ora le sue maestose stanze sono abbandonate al degrado del tempo fornendo un ottimo background fotografico. Come hanno dimostrato Chiara Esposito e Patrick Lebowski con la mostra di foto e video “Lost Impero”.
### 14. Ex Zuccherificio (Forlì – FC)
L’industria dello zucchero andava forte nelle zone della barbabietola da zucchero, come può testimoniare l’ex zuccherificio di Forlì: un’immensa cattedrale la cui ciminiera si può avvistare a chilometri di distanza. Gli stravolgimento del mercato globale ha però messo in ginocchio questo gigante che ora da cinquant’anni si sta sgretolando, esposto a intemperie e vegetazione invasiva. La sua architettura lo rende uno dei più bei luoghi abbandonati in Italia, e molti vi entrano per ammirare o creare graffiti, fare fotografie o lanciarsi in pericolose gesta di free climbing urbano.
Francesco Zaia / CC BY (https://creativecommons.org/licenses/by/2.0)### 15. Ex Zuccherificio (Codigoro – FE)
Lo zuccherificio di Forlì non è stato l’unico ad essere abbandonato, a Codigoro in provincia di Ferrara un’altro stabilimento condivide il suo destino. Per ottant’anni, a partire dalla chiusura del XIX secolo, è stato un pilastro dell’economia della zona, da qui partiva un quarto della produzione di zucchero di tutta Italia. Ora resta solo uno scheletro, che mantiene però l’imponenza di tutti i suoi enormi edifici, coronati da due ciminiere che svettano nel cielo definendo la skyline della zona. Da alcuni anni si parla di una riqualificazione ma per il momento resta uno dei luoghi abbandonati più fotografati d’Italia.
### 16. Base NATO del Venda (Vo – PD)
I Colli Euganei sono dei promontori vulcanici situati a sud di Padova, noti per la produzione di vino e olio. Tra loro svetta il Monte Venda, teatro di concerti ed eventi estivi ma anche sede di una base militare abbandonata. Era la base del 1° ROC, operativa tra il 1955 e il 1998, situata in un bunker sulla cima del monte. L’ingresso è ora proibito, vista la pericolosità del sito, ma è possibile trovare numerose foto su internet e, se siete in zona, vale la pena fare un giro per guardarla da fuori e godere del panorama offerto dai colli.
### 17. Ex ospedale psichiatrico Giuseppe Antonini
Con la legge Basaglia del 1978 gli ospedali psichiatrici hanno chiusi i battenti e, se alcuni sono stati riqualificati, altri non hanno mai più riaperto e sono tuttora in stato di abbandono, dei luoghi fantasma dal passato agghiacciante. Uno dei più noti è il manicomio di Mombello di Limbiate, in provincia di Monza e Brianza a metà strada tra Milano e Como. La villa fu costruita nel XIV secolo e si trova all’interno dell’enorme complesso di villa Pusterla-Crivelli, circa un milione di metri quadrati di padiglioni e giardini recintati da un muro alto due metri. Fu l’ospedale psichiatrico più grande d’Italia e le sue pareti, ora scrostate e coperte di graffiti, hanno visto passare migliaia di pazienti.
### 18. Ex Ospedale Psichiatrico di Volterra (Volterra – PI)
In un posto come Volterra, un affascinante paesino dove la storia medioevale ed etrusca si incontrano all’interno delle mura del centro non ci si aspetterebbe un ex manicomio, eppure troviamo questo edificio ottocentesco proprio a un chilometro dal centro. In questi macabri ospedali si praticavano terapie invasive e invalidanti come elettroshock o lobotomia, e questo in particolare si è meritato il soprannome di “Bocca dell’Inferno”. A testimonianza delle sofferenze causate fra queste mura ci sono i graffiti di di N.O.F.4, al secolo Oreste Fernando Nannetti, un paziente che con la fibbia della sua divisa incise lungo il muro esterno del padiglione Ferri 180 metri di un’opera tanto unica quanto inquietante.
### 19. Castello di Zak (Cormano – MI)
Alle porte di Milano si trova questo luogo incredibile, conosciuto anche come “il tempio dei writers”. Questa vecchia fabbrica non è interamente abbandonata, al suo interno infatti si trova l’abitazione di Zak, il cui ritratto – noto come Conte Zakula – è solo una delle tante opere che si trovano sui muri di questo vecchio complesso di quattro edifici. Si tratta di un vero e proprio museo di street art a cielo aperto, un museo dinamico aperto alle collaborazioni di artisti di tutto il mondo che, passando di lì, vogliono lasciare il segno. Potrete ammirare i lavori di Canemorto, Emajons, Tenia, Giorgio Je, Ricky Boy e tanti altri, un passaggio obbligato per gli amanti della street art in visita a Milano.
### 20. R.U.S.Co (Bologna)
Il R.U.S.Co, acronimo che sta per Recupero Urbano Spazi Comuni ma che a Bologna è un termine per descrivere la spazzatura, è un’iniziativa dell’associazione Serendippo e che si trova nella sede dell’ex Zincaturificio di Via Stalingrado 65. Molti artisti hanno risposto alla chiamata dell’associazione a promuovere uno spazio dove si possa usufruire dell’arte gratuitamente, creando una galleria di opere di street art, una risposta ai tentativi di istituzionalizzazione di questa forma d’arte che sempre più spesso viene confinata negli spazi di un museo. A quanto pare questo centro industriale abbandonato è prossimo alla demolizione quindi affrettatevi a visitarlo!
Foto da flashgiovani.it
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