By Expedia Team, on November 4, 2016

Alla ricerca dei templi perduti, nelle foreste della Cambogia

“Oltre il noto parco archeologico di Angkor, la Cambogia cela molti tesori d’epoca Khmer poco conosciuti: templi, siti sacri e città perdute come Koh Ker.

Ci si sente un po’ Indiana Jones quando ci si immerge nel cuore della Cambogia, tra verdi risaie e impenetrabili foreste, villaggi di palafitte e gente cordiale, alla ricerca dei templi e delle città perdute degli antichi Khmer. Un viaggio avventuroso, in luoghi ancora poco battuti perché resi sicuri e accessibili ai turisti solo in tempi recenti, dopo l’opera di sminamento dei campi seguita a vent’anni di guerra civile.

Un giovane monaco tra le rovine di Koh Ker - Photo Credit: Maria Grazia Casella

Un giovane monaco tra le rovine di Koh Ker – Photo Credit: Maria Grazia Casella

### Phnom Kulen, il monte sacro dei Khmer

Lasciata la magnifica Angkor, ci addentriamo nella fitta boscaglia di palme, eucalipti e alberi di litchi del Phnom Kulen, la montagna sacra della Cambogia, dove sgorgano le sorgenti del Siem Reap, il grande fiume che irriga e rende fertile la vallata di Angkor. Un parco verde e ombroso, un tempo inviolabile rifugio dei Khmer Rossi e oggi meta di famigliole cambogiane che vengono per fare un pic-nic o in pellegrinaggio al monastero di Preah Ang Tho, dove si venera un Buddha reclinato di 17 metri scolpito direttamente nella roccia.

Ma la vera attrazione del Monte dei Litchi (questa la traduzione del nome originale) sono le migliaia di bassorilievi sacri scolpiti nel letto del fiume dagli antichi Khmer per “purificarne” le acque, che scorrendo a valle formano cascatelle e laghetti. Non dimenticate il costume per un bagno rinfrescante dopo la visita al monastero, al quale non rinuncia proprio nessuno, monaci buddisti compresi.

Bassorilievi sacri scolpiti nel fiume Siem Reap - Photo Credit: Maria Grazia Casella

Bassorilievi sacri scolpiti nel fiume Siem Reap – Photo Credit: Maria Grazia Casella

### Beng Mealea, il tempio dimenticato

Anche se ancora poco conosciuto, il Beng Mealea è uno dei più grandiosi templi cambogiani, ancora avviluppato dall’inestricabile vegetazione tropicale. Riportato alla luce poco più di un secolo fa nella foresta ai piedi del Phnom Kulen, per dimensioni è secondo soltanto all’Angkor Wat.

Fino a pochi anni fa arrivarci era un’impresa, per questo ha mantenuto un’atmosfera misteriosa, quasi sinistra, anche per via del labirinto di cunicoli e gallerie sotterranee che portano ad ambienti ancora inesplorati. Eppure le possenti mura (in parte crollate) fanno pensare a un passato di grande prosperità. Ma cosa ci faceva un tempio di questa importanza immerso nella foresta, nel mezzo del nulla? In realtà era un punto di sosta per i pellegrini e i viandanti che da Angkor erano diretti a nord, verso Koh Ker, la seconda capitale dell’Impero Khmer. Ed è lì che anche noi ci dirigiamo.

Il tempio Beng Mealea - Photo Credit: Maria Grazia Casella

Il tempio Beng Mealea – Photo Credit: Maria Grazia Casella

### Koh Ker, la rivale di Angkor

Percorrendo una strada trafficata più da carri trainati da buoi e biciclette che da auto, passando attraverso risaie, villaggi di palafitte dal tetto di paglia e piantagioni di caucciù, arriviamo alla leggendaria Koh Ker. La sua costruzione risale X secolo, per volere di un re Khmer che voleva farne la nuova capitale del regno, contrastando la supremazia di Angkor. Prosperò per qualche decennio, ma alla morte del re fu abbandonata per sempre. Per secoli, nessuno si ricordò più della città perduta nella jungla, finché non fu riscoperta dagli archeologi, messa in sicurezza e collegata al resto del mondo da una strada carrozzabile. Non aspettatevi comunque le folle di turisti di Angkor.

Nonostante sia un luogo straordinariamente suggestivo, sono ancora pochi quelli che si avventurano fin qua e la visita si trasforma in un’emozionante esperienza. Koh Ker è una delle meraviglie dell’epoca Khmer e comprende una trentina di templi, tra cui spicca il Prasat Thom, una piramide a gradoni che ricorda vagamente i templi Maya del Messico. Ve la trovate davanti quasi all’improvviso, in tutta la sua imponenza, al termine di un suggestivo percorso di avvicinamento nella boscaglia tra resti di templi e colonnati.

Il Prasat Thom a Koh Ker - Photo Credit: Maria Grazia Casella

Il Prasat Thom a Koh Ker – Photo Credit: Maria Grazia Casella

### Anlong Veng, l’ultima roccaforte dei Khmer Rossi

Nonostante non ci siano templi da visitare, a Anlong Veng non mancano i turisti, soprattutto cambogiani, che si spingono fino a questa remota cittadina ai piedi dei monti Dangrek, nell’estremo nord-ovest al confine con la Thailandia, considerata una specie di memoriale della storia recente della Cambogia. Durante la guerra civile che ha insanguinato il paese fino agli anni ’90, è stata infatti l’ultima roccaforte dei Khmer Rossi guidati dal famigerato generale Ta Mok e il luogo in cui si trovava uno dei primi killing fields.

### Il tempio Preah Vihear, il Sancta Sanctorum dei Re Khmer

Superata Anlong Veng, la strada inizia a inerpicarsi sulle pendici dei monti Dangrek fino alla base del tempio Preah Vihear, che sorge in posizione a dir poco spettacolare in cima a una collina, come sospeso sulla foresta tropicale. Nonostante sia in un luogo impervio e remoto, è meta di un incessante pellegrinaggio di fedeli e monaci buddisti che arrivano anche dalla vicina Thailandia e dal Laos.

E’ stato concepito come una colossale scalinata verso il cielo, scandita da portali e monumenti, che si arrampicano sul fianco della montagna per quasi un chilometro. Mettetevi quindi pazientemente in cammino anche voi per seguire il percorso rituale che vi condurrà in cima al Bhavalai, il Sancta Sanctorum oggi dedicato a Buddha. Un luogo di grande misticismo, davvero a un passo dal cielo, tanto che gli antichi Khmer ritenevano fosse la sede dei poteri divini dei loro re.

Il tempio Preah Vihear - Photo Credit: Maria Grazia Casella

Il tempio Preah Vihear – Photo Credit: Maria Grazia Casella

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Foto di copertina: Un lago circondato dalla foresta, in Cambogia

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