By Expedia Team, on August 1, 2017

Alta Via dei Parchi: l’Appennino tra laghi, crinali e boschi

L’itinerario dell’Alta Via dei Parchi, un lungo trekking in Appennino, tra panoramici crinali e affascinanti boschi.

Se cercate maggiore solitudine rispetto ai grandi trekking alpini, se volete camminare a quote meno elevate e con maggiore tranquillità, assaporando a ogni passo natura e storia, tradizioni e atmosfere, profumi e sapori dell’Appennino, l’Alta Via dei Parchi è la meta ideale per voi.

Questo lungo trekking di 500 km da Berceto a Carpegna, diviso ufficialmente in 27 tappe, nato nel 2012 riprendendo in parte gli storici tracciati del Sentiero 00 e della Grande Escursione Appenninica (GEA), permette di camminare per circa un mese attraverso le aree protette dell’Emilia Romagna, due parchi nazionali (Appennino Tosco-Emiliano e Foreste Casentinesi), 5 parchi regionali (Valli del Cedra e del Parma, Alto Appennino Modenese, Corno alle Scale, Laghi di Suviana e Brasimone, Veno del Gesso Romagnola) e 1 parco interregionale (Sasso Simone e Simoncello).

Un lungo ed emozionante viaggio tra panoramici crinali erbosi accarezzati dal vento, silenziosi e affascinanti boschi di faggio e castagno, antichi borghi e millenari luoghi di culto.

Naturalmente è possibile percorrere solo alcune tappe di questo percorso a tappe, scegliendo i settori più adatti anche in base al periodo dell’anno. Tutto il settore compreso tra Berceto e il Corno alle Scale non è infatti libero dalla neve prima di maggio e da novembre in poi potrebbe presentare tratti ghiacciati, mentre, per esempio, le tappe collinari dal Passo della Raticosa a San Benedetto in Alpe sono normalmente affrontabili praticamente in tutte le stagioni, salvo dopo lunghi periodi di pioggia.

Tutto il percorso è provvisto di punti tappa dove è possibile pernottare al termine delle giornate di cammino, mentre gran parte dell’Alta Via è contrassegnata sul terreno da segnaletica dedicata e dal segnavia AVP.

Berceto, inizio del percorso - Di Bjørn Christian Tørrissen - Own work by uploader, http://bjornfree.com/galleries.html, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=22728873

Berceto, inizio del percorso – Di Bjørn Christian Tørrissen – Own work by uploader, http://bjornfree.com/galleries.html, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=22728873

### Da Berceto a San Pellegrino in Alpe. Laghi e orizzonti sconfinati.

L’Alta Via dei Parchi prende avvio da Berceto, piccolo borgo denso di storia dell’Appennino parmense, con una pieve che vanta 1300 anni di vita. La conclusione della prima tappa non potrebbe essere più spettacolare, con il Rifugio Mariotti, sulle sponde del Lago Santo Parmense, ad accogliere gli escursionisti.

Le tappe successive comunque sono altrettanto avvincenti, anzi forse ancor di più, perchè seguendo quasi sempre la dorsale principale tosco-emiliana, l’AVP diventa un lungo sentiero “sospeso nel vento” tra terra e cielo, che permette, nelle giornale limpide, di ammirare, a sud, la superficie luccicante del Mar Ligure punteggiato dalle sagome della Corsica e delle isole dell’Arcipelago Toscano e, a nord, la quasi totalità del lontano arco alpino che chiude la pianura, dal Monviso alle Prealpi Venete.

Lungo il cammino si toccano inoltre numerosi laghi dalle acque cristalline e verdi valloni, chiusi da piccole dorsale di arenaria, testimonianze dell’antico passato glaciale di queste montagne. In queste tappe si attraversa il territorio del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano, “core area” dell’omonima Riserva della Biosfera MAB Unesco.

Il Lago Santo Parmense (foto Andrea Greci)

Il Lago Santo Parmense (foto Andrea Greci)

### Da San Pellegrino in Alpe al Passo Tre Croci: sul tetto dell’Appennino Tosco-Emiliano

Dopo aver camminato per chilometri sul filo del crinale, lungo una sinuosa “linea verde” che separa Continente e Mediterraneo, e dopo aver superato lo storico santuario di San Pellegrino in Alpe, si entra in ambienti maestosi e ricchi di contrasti.

Si attraversano luoghi di grande impatto estetico e visivo, come la conca del Lago Santo Modenese, racchiuso nella magnifica valle del Monte Giovo, o zone maggiormente segnate dall’intervento umano come il Passo dell’Abetone e la conca del Lago Scaffaiolo. E si toccano alcune delle cime più elevate dell’Appennino settentrionale, come il Libro Aperto, il Corno alle Scale, il Monte Rondinaio e lo stesso Monte Giovo.

Sullo sfondo del Libro Aperto e Monte Lagoni (foto Matteo Palmieri - Under Creative Commons CC BY 2.0 - httpscreativecommons.orglicensesby-sa2.0 - https.www.flickr.comphotosrenkyaz4887267367

Sullo sfondo del Libro Aperto e Monte Lagoni (foto Matteo Palmieri – Under Creative Commons CC BY 2.0 – httpscreativecommons.orglicensesby-sa2.0 – https.www.flickr.comphotosrenkyaz4887267367

### Dal Passo Tre Croci a San Benedetto in Alpe. Tra i paesaggi dell’uomo e della natura

La maestosa parete est del Corno alle Scale segna la fine del settore più elevato dell’Appennino Tosco-Emiliano. Da questo punto il crinale infatti si abbassa bruscamente e l’Alta Via dei Parchi, prima, perde quota seguendo la dorsale principale e toccando i bacini artificiali di Suviana e Brasimone, poi, scende fino alla colline imolesi e faentine, attraversando gli affioramenti della Vena del Gesso bolognese, area di grande interesse geologico e naturalistico.

Qui si tocca con mano, anzi con piede, un paesaggio modellato dalla millenaria opera dell’uomo, attraversando castagneti da frutto, campi coltivati, pascoli e morbidi pendii punteggiati da antiche pievi.

Valle cieca Rio Stella (foto Dadonene89 - Under Creative Commons CC BY 4.0 - httpscreativecommons.orglicensesby-sa4.0 - httpscommons.wikimedia.orgwikiFileValle_cieca_Rio_Stella.jpg

Valle cieca Rio Stella (foto Dadonene89 – Under Creative Commons CC BY 4.0 – httpscreativecommons.orglicensesby-sa4.0 – httpscommons.wikimedia.orgwikiFileValle_cieca_Rio_Stella.jpg

### Da San Benedetto in Alpe a Carpegna: le voci della storia e il silenzio delle foreste

Risalendo verso la dorsale di confine, tra Romagna e Toscana, si entra in un polmone verde di straordinaria bellezza, tutelato dal Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi-Monte Falterona-Campigna. Qui bramiscono i cervi e ululano i lupi, e secolari boschi di faggio (come quella di Sasso Fratino, inclusa nelle faggete storiche italiane dichiarate Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco nel 2017) emanano un fascino ancestrale, che pochissimi boschi italiani sono in grado di richiamare.

Inoltre si cammina su sentieri testimoni di una storia millenaria e si raggiungono luoghi di grandissimo potere evocativo, come la Cascata dell’Acquacheta, cantata da Dante Alighieri, o il Convento de La Verna, luogo dove si ritirò San Francesco (e dove secondo la tradizione ricevette le stimmate), o l’Eremo di Camaldoli, vero e proprio simbolo di spiritualità e silenzio.

Infine, si lambiscono le sorprendenti muraglie rocciose dei Sassi Simone e Simoncello, che emergono dalla distesa dei circostanti boschi o imprendibili piccole fortezze come quella di Pietrarubbia, concludendo, in queste valli racchiuse tra Romagna, Marche e Toscana, un lungo cammino a piedi difficile da dimenticare.

Lo splendore della faggeta in autunno (foto Andrea Greci)

Lo splendore della faggeta in autunno (foto Andrea Greci)

**

#### Photo Credit

Foto di copertina: Lago Brasimone – By Superchilum – Own work, CC BY-SA 4.0, LEGGI ANCHE: I 10 migliori trekking in Trentino-Alto Adige!**”