Alta Via n.1 delle Dolomiti: guida all’itinerario
“La prima, la più famosa: alla scoperta delll’Alta Via n. 1 delle Dolomiti, uno dei trekking più emozionanti d’Europa
La storia dei grandi trekking delle Alpi nasce tra le cime fiabesche delle Dolomiti nel secondo dopoguerra, quando nel 1966 Toni Hiebeler presenta sulla rivista tedesca “Alpinismus” la neonata Alta Via n.1 delle Dolomiti, un nuovo e per l’epoca rivoluzionario tracciato ideato negli anni precedenti dallo stesso alpinista tedesco e soprattutto da Piero Rossi, alpinista e scrittore bellunese, che iniziò a concepire il progetto a partire dal 1960. I primi a percorrerla interamente, da Braies a Belluno, saranno i bavaresi Ulrich Görn e Gerda Hoffmann, che giunsero nella città veneta il 5 luglio del 1966.
Sulla scia dell’Alta Via n°1 nasceranno nei decenni successivi gli altri grandi trekking a tappe delle Alpi. Questo straordinario percorso ha quindi un altissimo valore storico (anche perchè realizzato in sinergia da alpinisti italiani e tedeschi) ma è prima di tutto uno straordinario ed emozionante viaggio tra panorami sempre differenti. 150 km divisi in 12 tappe, tutte fornite di uno o più punti di appoggio che permettono il ristoro e il pernottamento alla fine della giornata o lungo il percorso, attraverso famosi gruppi come quelli di Fanes, delle Tofane, del Pelmo e della Civetta e luoghi meno noti e silenziosi nei gruppi montuosi situati tra agordino e zoldano e nel massiccio della Schiara.
Se si vuole percorrere per intero l’Alta Via e affrontare in massima sicurezza anche i passaggi attrezzati che si incontrano nelle prime tappe, si consiglia di portare con sè un kit da ferrata e un casco. Se inoltre si decide di intraprendere l’itinerario nei mesi centrali dell’estate, è meglio prenotare con un certo anticipo una sistemazione nelle strutture dove si vuole pernottare.
Gli escursionisti che oggi percorrono l’Alta Via n°1 vivranno le stesse emozioni di coloro che hanno ideato il percorso, tanto che le parole di Toni Hiebeler potrebbero essere ancora oggi il commento più appropriato per questo percorso: “Un sentiero straordinario, un’esperienza assolutamente meravigliosa”.
### Dal Lago di Braies al Lagazuoi. Nel regno della natura e delle leggende
L’inizio dell’Alta Via non potrebbe essere più spettacolare, con il Lago di Braies e la muraglia dolomitica della Croda del Becco ha segnare l’inizio della prima tappa. Poi si attraversano i lunari e affascinanti altipiani di Fanes, regno di aquile e marmotte e culla delle leggende Ladine.
La terza tappa si conclude al Rifugio Lagazuoi, considerato uno dei punti panoramici più belli delle intere Dolomiti, un luogo magico soprattutto all’alba e al tramonto. Addormentarsi e svegliarsi qui, ammirando i caldi colori del sole che accendono le pareti delle montagne circostanti sarà uno dei momenti indimenticabili di questo trekking.
### Ai piedi delle Tofane e del Pelmo. Al cospetto dei giganti di pietra
Dal Rifugio Lagazuoi si entra tra le magiche montagne della conca ampezzana. In una successione di luoghi di straordinaria bellezza, si percorre il tunnel elicoidale del Castelletto delle Tofane, incredibile e intatta testimonianza dei tragici eventi della Prima Guerra Mondiale, si lambiscono le favolose Cinque Torri, si ammira la seghettata successione di guglie della Croda da Lago, si attraversa l’erboso ripiano del Mondeval, importante sito preistorico dominato dalla sagoma del Monte Pelmo. Proprio questa magnetica cima, detta il “Cadregon del Padreterno” (il trono di Dio), domina le tappe successive con la sua mole maestosa.
### Dalla Civetta al Rifugio Sommariva. Famose pareti e cime solitarie
La cosiddetta “parete delle pareti”, la grandiosa parete nord-ovest della Civetta, accoglie gli escursionisti al Rifugio Tissi e lungo la traversata del gruppo dal Coldai al Vazzoler. Non sono da meno le successive vedute del gruppo della Moiazza, mentre inoltrandosi tra le più piccole ma selvagge vette dello Spiz de Mezzodì e del gruppo Tamer-San Sebastiano, si comincia ad assaporare il fascino dell’esplorazione e della scoperta, lungo sentieri meno frequentati e paesaggi comunque sorprendenti.
### Nel gruppo della Schiara. La spettacolare conclusione verso Belluno
Le ultime tre tappe sono le più impegnative di tutta l’Alta Via. Prima si attraversa il gruppo del Talvena su un sentiero non banale, per poi affrontare, negli ultimi due giorni, la Ferrata del Marmol (che necessità di attrezzatura ed esperienza adeguata) e la lunghissima discesa su Belluno.
Gli escursionisti meno esperti possono, volendo, evitare queste ultime tre tappe scendendo dal Rifugio Pian della Fontana al Rifugio Blanchet e da qui raggiungere, attraverso la Val Vescovà, la strada asfaltata del Canale d’Agordo, servita da mezzi pubblici. In ogni caso la rinuncia alle ultime porzioni di trekking non toglierà nulla a un percorso a piedi comunque indimenticabile.
LEGGI ANCHE: I 10 trekking in Italia più belli!
#### Photo Credit
Foto di copertina: Il ripiano del Mondeval con sullo sfondo il Monte Pelmo – Pixabay
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