Cosa vedere al Louvre: le 15 opere più belle
“L’arte di ogni popolo e di ogni tempo, in un museo: non è facile scegliere cosa vedere al Louvre. Le 15 opere più importanti, dalla Gioconda agli Assiri.
Il palazzo del Louvre fu un tempo la sede della monarchia di Francia. Oggi, ospita il museo più grande di Parigi, uno dei più importanti e visitati al mondo. Una collezione di quasi 40.000 oggetti, che riguardano ogni possibile forma d’arte dalla preistoria ai giorni nostri, è allestita in un’area espositiva di quasi 73.000 metri quadri. Sotto la piramide in vetro e acciaio in Cour Napoléon, dove si trova l’ingresso al museo, inizia il percorso alla scoperta dell’arte universale: ecco cosa non dovete perdervi.
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### 1. La Gioconda
Sì, probabilmente non ci sarebbe neanche bisogno di nominarla, dato che si tratta del ritratto più famoso al mondo. Ma se il titolo è “Cosa vedere al Louvre”, non c’è scampo: bisogna presentarla e cederle il primo posto. Parlo ovviamente della Gioconda, il capolavoro indiscusso di Leonardo da Vinci, nonché simbolo del Rinascimento e opera icona dello stesso Louvre. Le linee morbide del corpo, lo sguardo enigmatico, il sorriso impercettibile, hanno da sempre intriso di mistero questo dipinto, apparente portatore di un messaggio segreto che tutti, nel mondo dell’arte, hanno tentato di decifrare.
Tra le tante curiosità su cui potrei soffermarmi, vi dico questa: i visitatori del Louvre spendono in media 15 secondi per osservare la Monna Lisa. Se potete, resistete alla calca di turisti, avvicinatevi il più possibile all’opera e rimiratela con garbata pazienza…ve lo dovete, quello di fronte a voi è il quadro più famoso del mondo!
### 2. La libertà che guida il popolo
2 metri e 60, per 3 metri e 25 cm: queste le misure dell’immensamente meravigliosa Libertà che guida il Popolo di Delacroix, tra i più importanti pittori del Romanticismo francese. Quest’opera si ispira ad un episodio avvenuto durante le Tre Gloriose Giornate di Parigi, quando, nel 1830, il popolo si ribellò alla politica autoritaria di re Carlo X e insorse nelle strade della città.
Tutte le classi sociali sono unite contro l’oppressione, guidati dalla bellissima Marianne, personificazione della Francia e, insieme, della Libertà. Per anni, questo grandioso dipinto venne tenuto nascosto, perché ritenuto troppo “sovversivo”. Oggi, rappresenta una delle più ammirate opere del Louvre e tutt’ora una delle più rivoluzionarie.
### 3. Venere di Milo
Senz’altro uno dei simboli più celebri della statuaria classica, la Venere di Milo gode di una fama leggendaria. Realizzata presumibilmente) da Alessandro di Antiochia nel 130 a.C circa, fu rinvenuta da un contadino sull’isola greca di Milo. Raffigura la dea Venere, che in questo frangente sembra mostrare il lato più umano di sé: senza nessuna aura eroica, lo scultore ne enfatizza le linee dolci, la posa aggraziata e la delicata bellezza, che per secoli ha fatto da canone nelle raffigurazioni artistiche femminili.
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### 4. Nike di Samotracia
Alla Venere di Milo si affianca l’altrettanto nota Nike di Samotracia, una scultura greca del 200 a.C. che raffigura la dea della Vittoria (Nike, in greco) in forma di donna alata che, trionfante, contrasta il vento sulla prua di una nave. Lo stile “barocco”, intriso di teatralità, è molto diverso da quello della Venere di Milo. Qui, non c’è nulla di garbato e contenuto: la dea, avvolta in un drappeggio ondeggiante, dispiega ampiamente le ali e si protrae in avanti con un movimento vigoroso, nei panni di una gloriosa eroina.
Questa scultura ha avuto un’enorme influenza sul mondo dell’arte, di ogni epoca e di ogni continente. Per fare un esempio: in Forme uniche della continuità nello spazio (la celebre scultura raffigurata sui nostri 20 centesimi, per intenderci) Boccioni s’ispirò apertamente proprio al dinamismo della Nike di Samotracia.
### 5. Morte della Vergine
La Morte della Vergine è un dipinto risalente alla fase matura del Caravaggio, annoverato tra i pittori più rivoluzionari della storia dell’arte e, da molti, considerato il padre stesso del Barocco. In questa tela, emerge con vigore il carattere innovativo della sua pittura, dove è la realtà a dominare la scena, senza che ci sia spazio per la finzione e il soprannaturale.
Il corpo di Maria è inerme e abbandonato a se stesso; il suo volto è quello di Anna Bianchini, prostituta con cui il Caravaggio ebbe una relazione, nonché una delle modelle preferite dal pittore. Avete mai visto una Madonna più terrena di così?
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### 6. Amore e Psiche
Antonio Canova fu senza dubbio l’artista più rappresentativo del Neoclassicismo, il movimento che tra ‘700 e ‘800 emerse in Europa per ridare vita al modello classico dell’arte greco-romana. Per ciò che riguarda il mondo della scultura, i neoclassici si ispiravano soprattutto a Fidia,incarnazione di un canone che il Canova seppe ricostruire in modo esemplare.
Quest’opera, la sua più famosa, raffigura Amore e Psiche mentre stanno per baciarsi, guardandosi intensamente l’un l’altro. L’equilibrio e la delicatezza della composizione rendono questo gruppo scultoreo una vera e propria icona neoclassica, anche se il suo erotismo, velato ma al contempo palpabile, sembra in qualche modo anticipare moti del sentimento cari ai Romantici.
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### 7. Il giuramento degli Orazi
Se l’Amore e Psiche del Canova è l’icona della scultura neoclassica, Il giuramento degli Orazi di Jacques-Louis David rappresenta il simbolo del Neoclassicismo nella pittura. Questa la scena: prima di scontrarsi con il nemico, i tre fratelli Orazi giurano dinanzi al padre di affrontare con coraggio il proprio destino per il bene delle patria. “O Roma, o morte”: questo è il solenne giuramento.
David riprende un racconto della storia romana antica e lo riporta sulla tela seguendo schemi compositivi geometrici rigorosissimi che rispecchiano in pieno tutti i canoni neoclassici.
### 8. Vergine delle Rocce
La Gioconda non è il solo dipinto di Leonardo da Vinci conservato al Louvre. Il più grande museo di Parigi vanta anche il possesso della celebre Vergine delle Rocce, una tela antecedente la Monna Lisa, riconducibile alla produzione giovanile del pittore fiorentino. In questo caso, Leonardo pone al centro della scena una giovanissima Maria, affiancata da due bambini paffuti: a sinistra c’è il piccolo San Giovanni, rivolto in preghiera verso Gesù, a destra, a sua volta protetto da un angelo che pare rivolgere lo sguardo al di fuori della tela.
Insieme a Sant’Anna, la Vergine e il Bambino con l’agnellino (anch’esso custodito al Louvre), la Vergine delle Rocce è tra i più bei dipinti leonardeschi a tema religioso.
### 9. La zattera della Medusa
Théodore Géricault nacque, come artista, seguendo le direttive neoclassiche del suo tempo. Sarà solo in una fase successiva che il pittore si trasformerà in un’icona del Romanticismo francese, e lo diverrà proprio con La zattera della Medusa. L’episodio raffigurato, all’epoca, fece enorme scalpore in Europa: nel 1816, una fregata francese (la Méduse, appunto) affondò, per inadempienze del comandante, vicino alle coste dell’Africa nord occidentale; buona parte della ciurma (almeno 135 persone), costretta ad imbarcarsi su una zattera di emergenza, perì in mare.
Il pittore si concentra sul dolore e sulla disperazione dei personaggi, resi in modo molto realistico grazie ad una meticolosa ricostruzione anatomica. Il dramma della scena, insieme alle dimensioni della tela (7 per 5 metri circa), rendono La zattera della Medusa un’opera estremamente potente, in grado come nessun’altra di travolgere l’osservatore.
### 10. Codice di Hammurabi
Il Codice di Hammurabi costituisce la punta di diamante del Dipartimento delle Antichità del Vicino Oriente del Louvre. Si tratta di una stele in diorite che riporta, inciso sulla sua superficie, un codice di leggi emanate da Hammurabi, re di Babilonia, nel XVIII sec. a.C. La stele, risalente al 1772 a. C., fu rinvenuta a Susa (attuale Shush, in Iran) all’inizio del ‘900 da un archeologo francese e costituisce, ad ora, uno dei compendi legali più antichi – e completi – a noi mai pervenuti.
Come la Stele di Rosetta per il British Museum, il Codice di Hammurabi rappresenta il reperto archeologico più conosciuto del Louvre.
### 11. Lo Schiavo Ribelle
Il primo progetto per la tomba di papa Giulio II, firmato da Michelangelo Buonarroti, prevedeva un enorme mausoleo corredato di 40 statue, interamente in marmo. Il mastodontico progetto subì tuttavia, nel corso degli anni e per svariati motivi, una serie di modifiche radicali che lo ridimensionarono drasticamente. Alla fine, lo scultore, insieme ad alcuni collaboratori, realizzò una tomba a parete con sette statue (oggi visibile all’interno della Basilica di San Pietro in Vincoli a Roma) e alcune delle parti prodotte precedentemente dall’artista vennero scartate ed escluse dalla messa in opera finale.
Lo Schiavo Ribelle del Louvre è proprio una di quelle parti. Quest’opera, in cui Michelangelo ritrae uno schiavo che si contorce per liberarsi dalle corde che gli legano le mani, fu donata dallo stesso Buonarroti a Piero Strozzi, che lo portò poi in Francia, dove è rimasto fino ad oggi.
### 12. La Merlettaia
Jan Vermeer è stato, insieme a Rembrandt, uno dei pittori olandesi più influenti del ‘600. Il suo stile è inconfondibile: una cura quasi ossessiva dei particolari, la luce usata come strumento per creare giochi di penombre e riflessi, e i colori brillanti che rendono, ancor oggi, quelle di Vemeer le cromie più vivide e inimitabili della storia dell’arte.
Tipicamente, i soggetti preferiti da Vermeer sono i ritratti o le scene di natura domestica. La Merlettaia, ritraendo una giovane donna dedita al suo lavoro di ricamo, rientra nella seconda tipologia.
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### 13. Le Régent
È stato sulla corona di re Luigi XV, oltre che sull’elsa della spada di Napoleone Bonaparte: parlo del Reggente, uno dei diamanti più famosi della storia. La pietra fu trovata a Golconda, in India, nel 1698, per poi essere tagliato in Inghilterra: un’operazione certosina che richiese ben due anni di lavoro. In seguito, venne acquistato dal Reggente di Francia e da lì, il diamante continua ad essere soprannominato Le Régent.
Il suo perfetto taglio a brillante, insieme alle sue dimensioni (ha un peso di oltre 140 carati!), al tempo resero questa gemma il diamante più bello e più grande del mondo.
### 14. Lo scriba seduto
Oltre al fatto che si tratta di uno scriba, sull’identità del personaggio raffigurato in questa scultura non si sa praticamente nulla. Ciò nonostante, è un pezzo di eccezionale importanza nella collezione di Antichità Egizie del Louvre. Trovata a Saqqara alla fine dell’800 da un egittologo francese, questa statua calcarea dipinta costituisce una delle opere d’arte egizie più raffinate dell’Antico Regno.
### 15. I Lamassu dal palazzo di Khorsabad
Tra le espressioni artistiche (e architettoniche) più maestose dell’impero assiro, vi sono queste enormi sculture, chiamate Lamassu: si tratta di tori alati dalla testa umana, che il re Sargon II fece erigere ai lati di una delle porte cittadine di Dur Šarrukin, la capitale del nuovo impero. Queste creature dalla natura triplice – sono infatti sia uomo, sia toro, sia uccello – rappresentavano, simbolicamente, i guardiani della città. Databili tra il 721 e il 705 a.C, furono scoperte nel 1843 dall’archeologo francese Paul Botta, che in seguito le trasferì al Louvre, dove tutt’ora sono collocate.
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#### Photo Credit
Foto di copertina: La Gioconda di Leonardo da Vinci – LEGGI ANCHE: La mappa dei 20 imperdibili monumenti di Parigi!**”
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