Così mi ha sedotto Mumbai, la città dei grandi contrasti
“Un viaggio nella più affascinante metropoli indiana: Mumbai. Baraccopoli visitabili come set cinematografici e il fascino coloniale accanto ai grattacieli.
Mumbai (ma molti la chiamano ancora nostalgicamente Bombay) è una città fatta a strati. E come tutte le realtà controverse, mi ha sedotta con quel fascino eterogeneo e contraddittorio che solo una megalopoli di oltre 20 milioni di abitanti, la più densamente popolata del pianeta, può mettere in scena. Non è solo questione di povertà e lusso sfrenato, di slum in pieno cuore urbano, a un passo dai grattacieli costruiti a ritmi vertiginosi, dove vivono i figli del nuovo boom economico indiano.
Dopo il successo, otto anni fa, del pluripremiato film The Millionaire, alcune baraccopoli come quella di Dharavi sono diventate meta turistica (il film infatti è stato girato qui). Per visitarla mettete scarpe chiuse e non le infradito: non state entrando in un quartiere scintillante di Singapore dove la pulizia regna sovrana. Il resto ve lo raccontano i ragazzi in camicia azzurra di Reality Tours & Travel: sono figli dello slum, ma da quando lavorano per quest’associazione fondata da un inglese, si guadagnano entusiasticamente da vivere proprio come delle normali guide turistiche.
### Le Torri del Silenzio
Durante il mio tour alla scoperta della città, prima di raggiungere gli Hanging Garden, i giardini pensili con i loro alberi simili a sculture, l’autista del taxi (ma se non avete fretta prendete i più economici auto-risciò a tre ruote) che mi scorrazza fra strade trafficatissime, passa accanto a un luogo che mi incuriosisce.
Sono le tombe dei Parsi, una setta di origine persiana stabilitasi in India nel VII secolo, che vanta adepti celebri come il direttore d’orchestra Zubin Mehta e l’ex leader dei Queen, Freddie Mercury.
Secondo un’antica usanza, tutt’ora in vigore, i corpi dei defunti non vengono seppelliti ma si lasciano decomporre a cielo aperto su quelle che chiamano Torri del Silenzio, delle impalcature in legno e argilla che terminano con una piattaforma inclinata verso l’interno. Il sito però non si può visitare, e forse è meglio così.
### Dalla lavanderia a cielo aperto ai set di Hollywood
La vista del Dhobi Ghat, il lavatoio pubblico accanto alla stazione di Mahalaxmi, ha del surreale. È una distesa sterminata di abiti colorati stesi ad asciugare sui tetti in lamiera delle baracche, che mi fa subito pensare al quartiere dei conciatori nella medina Fes, in Marocco. Quest’ultimo però è stato restaurato e rispetto a prima sembra un gioiello.
Qui invece è tutto immutato, comprese le regole d’ingaggio, visto che i lavoratori, che si tramandano di padre in figlio i segreti del mestiere, sono tutti nativi dell’Uttar Pradesh, nella parte settentrionale del Paese. Avete mai sentito parlare del sistema delle caste? Anche se ufficialmente è stato abolito, di fatto esiste ancora, così ogni nuova generazione si ritrova a svolgere lo stesso lavoro di quella che l’ha preceduta, in un eterno ciclo senza fine.
Un destino dorato, invece, è riservato al bel mondo che gravita attorno all’industria cinematografica di Bollywood, dove si producono oltre 1000 pellicole all’anno. In India, Mumbai è, infatti, la capitale commerciale e dell’entertainment. Per visitare gli studios della Film City con gli attori all’opera basta rivolgersi a un’agenzia specializzata. Bollywood Tours, ad esempio, propone pacchetti da due a sette ore per immergersi nel fascino folcloristico del dietro le quinte.
### A casa del Mahatma Gandhi
Un luogo del cuore che racconta molto della storia di questo incredibile Paese è la casa-museo di Gandhi al 19 di Laburnum Road, nello storico quartiere di Gamdevi. Oltre alla sua camera da letto, alla libreria, alle centinaia di oggetti legati alla vita del più grande pacifista-rivoluzionario della storia, ci sono anche i telai con i quali filava i tessuti per non dover comprare gli abiti dagli inglesi.
### La Mumbai coloniale
Dopo aver visitato il tempio giainista dedicato al profeta Adinath, la mia tappa successiva è la Mumbai coloniale, che ha il suo simbolo nel Victoria Terminus (ma il nome esatto oggi è Chhatrapati Shivaji), la bellissima stazione di fine Ottocento in stile neogotico. Patrimonio Unesco, il luogo brulica di umanità anche se, per spostarsi, molti pendolari trovano ora una valida alternativa nella sfavillante monorotaia sopraelevata e climatizzata, inaugurata da poco.
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Altra sosta imperdibile, il Taj Mahal Palace non è solo un hotel a cinque stelle per ricchi turisti in vacanza: è un simbolo dell’India coloniale che abbina il fascino del giardino e delle camere (ridisegnate con tocchi di sofisticata modernità), alla magia di quello che gli sta attorno.
Basta infatti uscire dalla hall per trovarsi di fronte il Gateway of India, l’arco commemorativo all’imbocco del porto, con la piazza antistante perennemente affollata.
### Chowpatty beach
Un altro circo a cielo aperto è Chowpatty beach: al tramonto, fra bancarelle in riva al mare e persone che mangiano, giocano, pregano, questa spiaggia cittadina è ancora lo spaccato dell’India più autentica. Davvero imperdibile.
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#### Photo Credit
Foto di copertina: Lo skyline di Mumbai visto di notte – By Skye Vidur (Mumbai Night City) , via Wikimedia Commons
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